Giuseppe Valente

Con la dialisi sarete più forti di prima!

Tra i nostri pazienti che hanno scelto di condividere la loro storia c’è Giuseppe Valente, nato nel 1974 da una famiglia di 5 figli ed affetto fin dalla nascita da ipoplasia renale bilaterale.

Giuseppe gira per anni tra medici ed ospedali cercando invano di capire quale fosse la sua malattia che nel frattempo progrediva silenziosamente. Fino ai 17 anni viene ricoverato più volte ed è sottoposto a terapie diverse, integrate da una dieta iposodica ed un’alimentazione in generale molto controllata: in questo periodo viene fortemente sostenuto dai medici, dalla sua famiglia e da tutte le persone che gli vogliono bene. Nel 1991 è costretto ad iniziare la dialisi, a 2 giorni alternati, che proseguirà per circa un anno fino al trapianto renale!

All’inizio della dialisi Giuseppe era spaesato, gli sembrava tutto così strano, ma inizia presto a capire a cosa va incontro grazie alle spiegazioni dei medici. Fisicamente non ne risente molto perché già abituato alle cure fatte in precedenza (anche se questa volta il trattamento era più pesante) ma dal punto di vista psicologico è più difficile accettare ciò che comporta la dialisi per un ragazzo come lui: non fare la stessa vita degli altri adolescenti, non andare sempre a scuola e non poter uscire spesso lo faceva stare male.

Il 13 maggio del 1992, all’ospedale geriatrico Borgo Trento di Verona, Giuseppe viene sottoposto a trapianto renale, grazie al quale riesce a riprendere una vita normale, soltanto con controlli mensili, per 20 anni.

Il percorso verso il trapianto è fatto da tanti controlli per verificare se si è idonei ma per Giuseppe ne è valsa di sicuro la pena perché la sua vita è cambiata decisamente in meglio. Dopo essersi ripreso si è subito dedicato ad aiutare il prossimo: ha fatto parte degli scout, dal ’93 è volontario della Protezione Civile (in questo ruolo è intervenuto numerose volte in azioni per eventi sismici e calamità naturali sul territorio italiano) ed ha anche avuto due figli!

Purtroppo, nel 2013 deve riprendere la dialisi per un rigetto cronico e ritorna a giorni alterni in ospedale: momenti difficili che però, grazie ai medici, gli infermieri e tutto il personale sanitario, diventano un po’ più leggeri: Giuseppe spiega che avere una compagnia in ospedale quando era ricoverato ha cambiato molto il suo umore, tanto che considera lo staff quasi come una sua seconda famiglia.

La sua forza si vede anche dal fatto che ha ripreso l’iter dei controlli e degli esami per poter essere sottoposto ad un nuovo trapianto, iter che è giunto quasi al termine.

Concludiamo con le parole che Giuseppe vuole dedicare agli altri pazienti: “Quello che voglio consigliare ai neodializzati o a chi comunque sta per iniziare la dialisi, è di affidarsi al personale medico e infermieristico, di non avere paura e di affrontare il tutto con leggerezza perché con la dialisi sarete più forti di prima.”

E non ci resta che ringraziare Giuseppe per questo racconto così intenso e ricco di positività, che speriamo possa davvero essere di conforto e di sprone per tutti!